tradotto da Culmine
Udienza del 24 marzo
Il 24 marzo s’è tenuta l’udienza di garanzia sollecitata dalla difesa per i vizi procedurali venuti fuori durante la precedente udienza di “ri-formalizzazione” delle accuse. La difesa ha subito chiesto l’annullamento di quella udienza, ma il giudice ha rigettato l’istanza.
La difesa ha inoltre chiesto che venissero tolte le manette ai compagni, vista la forte presenza di forze di sicurezza sia dentro che fuori dall’aula; ma la gendarmeria (polizia penitenziaria cilena) s’è rifiutata di accedere alla proposta.
Il giudice ha quindi letto la risoluzione con la quale considera la prima formalizzazione simile alla “ri-formalizzazione”, non trovando delle sostanziali differenze tra le due. Il giudice argomenta che con la ri-formalizzazione vengono determinate le accuse per ciascun imputato, cosa che va a loro beneficio (ma non spiega quale beneficio potrebbe venire dal passaggio da 23 a 30 attentati!). Pertanto, il giudice ha accettato la ri-formalizzazione delle accuse, e quindi i 7 nuovi attentati.
A questo punto, l’accusa ha chiesto altri 60 giorni per poter concludere le indagini, tempo necessario per terminare con delle perizie informatiche, telefoniche, psicosociali, bancarie. In particolare restano ancora aperti dei filoni di indagine che porterebbero all’estero e si è in attesa di risposte internazionali da parte della Bolivia per il trasporto degli esplosivi, degli USA per un parere su blog, e-mail e siti ospitati in detto paese, dell’Olanda per il sito Hommodolars lì ospitato, dell’Italia per le procedure riguardanti il presunto finanziamento.
In seguito sono intervenute le parti civili, ovvero un legale della chiesa ed uno dell’hotel Marriot.
La difesa ha richiesto la chiusura delle indagini, argomentando che 5 anni e 6 mesi sono un tempo sufficiente per fare delle perizie. S’è inoltre lamentata per la nuova accusa di lavaggio del denaro, per la quale nessuno imputato è stato formalmente accusato. Inoltre, ha sostenuto che non possono esser prese in considerazione delle perizie effettuate nel secondo semestre del 2010, quando tutti gli accusati erano già stati arrestati.
Il giudice, alla fine, in considerazione del fatto che gli imputati si trovano in prigione e che pertanto c’è bisogno di tempi giusti e rapidi, alludendo anche al fatto che le indagini sono iniziate nel 2007, ha dichiarato chiusa la fase investigativa ed ha dato 10 giorni di tempo alla procura per formulare le accuse per ciascun imputato, passando così alla fase di preparazione del processo.
Uno dei punti richiesti dal testo rivendicativo dello sciopero della fame è stato ottenuto!
Il TEMPO DELLE INDAGINI E’ FINITO E PRESTO INIZIERA’ IL PROCESSO
Tutta la forza ai compagni ed alle compagne in prigione ed in sciopero della fame
Tutta la forza per i solidali che lottano per le strade
FINO AD OTTENERE LA LIBERTA’ DI TUTTI I SEQUESTRATI PER QUESTA MONTATURA!
da solidaridadporlxspresxs
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Il giudice chiude la investigazione del denominato “Caso Bombas” e obbliga il Pubblico Ministero e venire al dunque entro dieci giorni