Rep. Ceca – CCTV Toll Gate Generator is Blown Up

“In the early morning of April 10 we blew up a generator which supplies power to a small toll gate on the D1 highway. As a result, CCTV stationed there was cut off. The state of constant control must not leave us dormant. They treat us like laboratory rats caged in a bleak maze. Due to the public’s resignation they are free to impose an atmosphere of fear as they please. Such an atmosphere of fear and enforcement is accompanied by a ubiquitous supervision carried out by various authorities to keep an eye on those who would feel like breaking free from the vicious circle.

We refuse to come to terms with the pre-packed and pre-designed life.

We refuse to go to work so that the rich can get richer while the poor are forced to live off the crumbs from a rich man’s table.

We refuse to obey and comply.

Solidarity to the imprisoned Chilean anarchists!
Honour to Lambros Foundas!
Smash the State and Capitalism!”

Revoluční boj (Revolutionary Struggle)

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Settimana di agitazione e propaganda dal 14 al 21/apr

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[Santiago] Striscioni e blocco del traffico

Durante un presidio in appoggio ai compagni sequestrati nel “Caso Bombas” un gruppo di noi è salito sulla segnaletica stradale (a 8 mt) e dispiegato vari striscioni in solidarietà coi prigionieri. Nel frattempo altri compagni distribuivano materiale informativo e propoganda alle auto in transito e alle persone che si erano avvicinate.

L’arrivo dei gruppi speciali e degli antisommossa ha sciolto la manifestazione, e 16 persone sono state arrestate, comprese quelle che s’erano occupate degli striscioni.

L’udienza di formalizzazione degli arresti è oggi (il giorno successivo, martedì) alle 16, questa significa che hanno passato la notte, la mattina e il pomeriggio nel commissariato in triste compagnia. Sono trattenuti per disordini gravi.

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Se ne va il p.m. commediante…

Cile – Comunicato dei compagni in sciopero della fame dalla sezione di massima sicurezza
* solidaridadporlxspresxs

Se ne va il p.m. commediante…
Jalandro Peña (jalandro, gergale cileno dato dalla combinazione tra jalar=sniffare e Alejandro, nome del p.m. noto per esser un cocainomane – ndt), il piccolo e velenoso p.m. con precedenti di denunce per comportamenti antisindacali, tossico-dipendenza, misoginia e violenza familiare, rinuncia alla procura per ricoprire un incarico nel ministero degli Interni e di Sicurezza Pubblica. Si presume che andrà a far parte di una equipe tecnica della quale non si conoscono ancora le funzioni, indubbiamente sarà una importante pedina dell’escalation repressiva che aumenta giorno per giorno.
Con la rinuncia di Peña alla procura e la sua immediata incorporazione nel ministero degli Interni si svela la COLLUSIONE ed il legame tra il nano senz’anima e questo ministero, e ci fa venire in mente il dubbio sui temi che sostenevano queste due parti nelle tante riunioni tra   Hinzpeter ed il pool della Fiscalía Metropolitana Sur.
Ci sarà stata una qualche offerta politica al procuratore capo per entrare a far parte del ministero? O, forse, gli hanno assicurato un posto nella segreteria del futuro gabinetto della sicurezza interna? Un posto che a Peña casca a fagiolo, ricordiamo che è stato Hinzpeter che ha fatto pressione alla procura nazionale per porre Peña (l’unico che offriva risultati con la vacuità delle prove che aveva a disposizione) alla testa del “caso bombas”, ed è quel che ha fatto. Il magistrato ha promesso risultati in 2 mesi e proprio 2 mesi dopo aver ricevuto l’incarico, con giochini e trappole giudiziarie, fa arrestare 14 persone ed adesso come frutto delle suo discusso modo d’agire entra a far parte del ministero degli Interni.
Con questa situazione si riafferma la collusione tra i diversi poteri dello stato, quelli che mantengono una separazione solo virtuale, influenzandosi costantemente tra essi per mantenere e proteggere in maniera più efficace l’ordine stabilito del capitale.
Abbiamo visto come Jalandro ha mantenuto un ruolo sempre vicino alla spettacolarizzazione, più che altro per lavare la sua immagine e restare nella mente della cittadinanza, come un buon cane da guardia. Sempre alla ricerca di nuovi casi difficili, mediatici ed emblematici (non è una caso che nella sua procura lavorino 3 giornalisti), tra i quali annoveriamo gli 81 morti del carcere di San Miguel, il gonfiato “caso bombas”, quello del pachistano (falsamente accusato di essere un attentatore – ndt), in modo da aumentare le sue possibilità di far parte del ministero degli Interni, dando l’avvio alla sua carriere nel politicume.
Sappiamo che, con o senza Peña, per noi la montatura continua. Dal momento in cui la sua rinuncia diviene effettiva, sappiamo che consiglierà di esser sostituito dai suoi discepoli: Rojas, Emilfork, Nuñez e Barros; tutto con lo stesso stile appreso dal mentore, che eserciterà una “leadership morale” dalla sua nuova posizione nel potere molto più favorevole e privilegiata per continuare a mantenere la “sicurezza” dei ricchi sulla base di repressione e montature.

PRESOS A LA KALLE!!!!

Prigionieri della montatura “caso bombas”,
Sezione di Massima Sicurezza, 8 aprile 2011

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[Santiago] Barricate solidarie all’università

fonte: biobio.cl

Una trentina di incappucciati hanno alzato barricate fuori dalla Facoltà di Filosofia dell’Università de Chile, protestando contro il denominato “Caso Bombas”

La manifestazione è durata una mezzora in av.da Grecia, dove sono stati incendiati pneumatici e lanciate bombe molotov, bloccando il traffico

le rivendicazioni rinvenute erano in appoggio ai giovani detenuti per il caso che segue la procura per la serie di artefatti esplosivi che sono esplosi negli ultimi anni nella capitale.

Gli incappucciati si sono rifugiati nel recinto dell’università dopo l’arrivo dei Carabineros

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Comunicato dei prigionieri in sciopero della fame, dal Modulo di Massima Sicurezza

Giunti al 45° giorno della nostra mobilitazione sotto forma di Sciopero della Fame contro l’assurda montatura repressiva (creata ed avallata dal pubblico ministero e dal ministero degli Interni), come anche per porre fine alla ley antiterrorista, strumento giuridico utilizzato dallo stato per perseguitare ed annientare tutti quelli che organizzano il malcontento sociale, possiamo sottolineare che i nostri corpi iniziano ad evidenziare dei cambiamenti:

– Perdita del peso corporeo, tra gli 11 ed i 13 chili
– Alterazione dei segni vitali (alta pressione arteriosa)
– Crampi
– Aritmie cardiache
– Prolungate cefalee
– Secchezza della pelle
– Dolori muscolari ed alle articolazioni
– Nausea
– Stanchezza fisica

E’ un dato di fatto che, col trascorrere delle settimane, i problemi fisici aumenteranno, ma siamo consci del lato trascendentale di questa lotta con la speranza di tornare di nuovo per le strade. Per questo il nostro sciopero della fame è a tempo indeterminato. Riconosciamo che con quest’azione, che pian piano travalica le sbarre e le frontiere, non è solo in gioco il porre fine alle pretese dello stato, incarnate nella figura del p.m.Peña, che vuole mantenerci sequestrati per lunghi anni all’interno delle sue sinistre celle, ma ha anche la pretesa di allertare tutti gli organizzati per la liberazione dei popoli, gli antiautoritari e gli anarchici, gli studenti ed i lavoratori che si scontrano con i modelli di dominazione per rivendicare i propri diritti, che la campagna del terrore a livello politico e mediatico continuerà in maniera spietata e senza etica contro qualsiasi resistenza al sistema di sfruttamento e di depredazione capitalista, e le armi che lo stato di diritto utilizzerà saranno le menzogne poliziesche (prove) e la ley antiterrorista.

Con questo nostro arresto il potere ha voluto dare uno sfacciato messaggio teso ad impartire una lezione a quelli che dubitano dei loro impegni di mutuo appoggio, così come a debilitare progetti di emancipazione. E’ la stessa faccia della moneta che lunedì 4 aprile hanno mostrato il terrorista Peña ed i suoi seguaci con tutto quel parafernale mediatico, di cui è l’attore principale, in spregio della giustizia con l’obiettivo di consegnare -secondo lui- “numerose prove in 600 pagine accusatorie che permettano di continuare con la fase investigativa. Sono oltre 7000 prove, 880 testimoni (quattro di essi ‘senza volto’), tutte prove contundenti per accreditare l’esistenza di una associazione illecita terrorista“, che a quanto pare sono solo il frutto della contorta mente del magistrato. Questo personaggio s’è persino permesso il lusso di affermare che così “si chiudono 5 anni di indagini“. Risultano sorprendenti queste dichiarazioni dal momento in cui noi siamo accusati della collocazione di 29 tra gli oltre 120 attentati esplosivi avvenuti in questo paese. Il suo spettacolo, le sue condanne all’inferno che vanno dai 10 anni all’ergastolo, non ci sorprendono più, né ci terrorizzano. Siamo consci che fino ad ora s’è trattato di un processo politico in cui diversi poteri di fatto hanno permesso ed hanno giustificato tutto questo show, imbastito settimane prima delle destituzione del precedente p.m., Javier Armendáriz, il quale con le stesse prove non è mai riuscito ad individuare alcun illecito. Abbiamo la speranza che tutta questa farsa cadrà grazie alle nostre difese e soprattuto grazie all’impegno solidale di tutti quelli che non si lasciano intimidire dalla persecuzione delle forze di polizia, che fanno della strada uno spazio per spingere gli individui a contagiarsi per recuperare la memoria della lotta. Quest’intenzionalità compromessa deve aiutarci a mantener deste, potenziare e moltiplicare le reti d’appoggio necessarie per affrontare l’attuale situazione.

Le nostre forze ed il nostro spirito sono fermi. Ogni azione di protesta, corteo, presidio, occupazione di ambasciate, dichiarazioni pubbliche sulla giustezza della nostra rivendicazione di libertà immediata e che sia un compromesso fraterno con lo sciopero della fame sono uno stimolante alimento per proseguire con il nostro obiettivo. Non ci spaventa nulla. Vogliamo solo esser liberati presto, orgogliosi della nostra storia.

SOLIDARIETA’ COSCIENTE ED IMPEGNATA CON LO SCIOPERO DELLA FAME!!
FINE DELLO STATO TERRORISTA!! FINO A DISTRUGGERE TUTTE LA GABBIE!!

Prigionieri imputati per il denominato caso bombas.
Modulo di massima sicurezza, Santiago del Cile,
5 aprile 2011

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[Santiago] Sui compagni fermati durante il corteo del 6 aprile

I 12 compagni e compagne sequestrati/e durante il corteo del 6 aprile sono stati rilasciati nella mattinata del giorno successivo.

Alcuni sono stati liberati alle 4.45 della mattina, altri 3 che hanno subito pestaggi più pesanti sono stati rilasciati in seguito, dopo esser stati denunciati per presunte aggressioni alle forze di polizia. Questi ultimi 3 compagni saranno processati e per ora sono sottoposti all’obbligo delle firme ed al divieto d’espatrio.

Immagini e video relativi ai fermi su: materialanarquista

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Sull’udienza del 7 aprile e sullo stato di salute delle compagne imprigionate

* libertadalos14a

L’udienza di giovedì 7 aprile aveva come obiettivo quello di ottenere il trasferimento dei compagni dal modulo o sezione di massima sicurezza (luogo in cui si trovano dal 14 agosto, sottoposti ad un regime punitivo che li mantiene rinchiusi ed isolati per 22 ore al giorno, all’interno di celle di 2 metri x 3, con forti restrizioni ai colloqui concessi solo ai familiari più stretti ed ai/alle loro compagni/e affettivi/e, con colloqui di 3 ore la settimana e senza diritto a quelli coniugali), al modulo o sezione di alta sicurezza all’interno della stessa unità speciale di alta sicurezza.

Alla fine è stato concesso questo trasferimento per gli 8 compagni in sciopero della fame, richiesta che rientrava nei punti di rivendicazione dello sciopero stesso. Entro un massimo di 48 ore saranno trasferiti all’interno della sezione di alta sicurezza, meglio nota come C.A.S.

Sebbene siamo coscienti che si tratti solo di un palliativo per la loro condizione di sequestrati dallo stato terrorista, si tratta un passo in avanti per le esigenze della mobilitazione sui diritti carcerari.

Quanto alle compagne, abbiamo appreso che Andrea e Mónica sono state dimesse dall’ospedale penitenziario e sono tornate nel centro penitenziario femminile, in cui possono continuare ad avere i colloqui, dai quali speriamo di avere maggiori e migliori informazioni sul loro delicato stato di salute.

LIBERTA’ IMMEDIATA AI/ALLE SEQUESTRATI/E DELLA MONTATURA “CASO BOMBAS” AL LORO 46° GIORNO DI SCIOPERO DELLA FAME

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[Comunicato] Appello per una settimana di solidarietà (14/21 apr 011)

Sono ormai passati quasi 8 mesi, da quando la polizia ha rinchiuso i nostri corpi, e lo stato ha rispolverato tutti i suoi trucchi e burattini per un nuova ondata repressiva.

I 5 anni di investigazione per gl’oltre 100 attentati manifestavano “risultati concreti”.

Il “caso bomba” è un processo politico che potrebbe adattarsi a qualsiasi nemico del capitale, casi simili si sono verificati in altri territori (nota del traduttore – e si stanno verificando proprio ora in italia), gli artigli del Panoptico continuano a sottrarre essere per le sue lugubri fauci, una misura esemplare per tutti coloro che provano a mettere in discussione l’apparentemente pacificato ordine cittadino.

Per noi che ci troviamo dietro le sbarre, gli strumenti sono scarsi, per questo dal 21 febbraio abbiamo iniziato uno sciopero della fame liquido a tempo indeterminato, richiedendo, come primo punto la fine di questa montatura giuridica-poliziesca, e con essa la nostra desiderata libertà.

Ogni punto di questa dichiarazione non avrebbe senso se non tradotta in azione.
La solidarietà è un esercizio che rompe la logica del dominio, una bellissima arma che può essere utilizzato in tantissime forme.

Per questo motivo chiediamo la solidarietà in tutti i luoghi, i territori e le aree dove continuano in vita le menti inquiete, per una giornata di agitazione e di propaganda dal 14 fino al 21 di aprile per la fine del presidio degli imputati e delle imputate nel chiamato “Caso Bombas” arrestati il 14 agosto 2010

Giù i muri delle prigioni
Libertà per i prigionieri e prigioniere del caso bomba in sciopero della fame

Prigionier* del “Caso Bombas”
detenuti nel centro Penitenziario Femminile
e nell’Unità Speciale di Sicurezza – del Carcere ad Alta sicurezza di Santiago

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[Santiago] Represso il corteo di solidarietà

* solidaridadporlxspresxs – trad. Culmine

Oggi, mercoledì 6 aprile, si è giunti al 45° giorno di SCIOPERO DELLA FAME da parte dei prigionieri e delle prigioniere della montatura “caso bombas” per richiedere:

-LIBERTA’ IMMEDIATA
-NO AL PROCESSO CON LA LEY ANTITERRORISTA
-CAMBIAMENTO DELLE MISURE CAUTELARI (FINE DELLA CARCERAZIONE PREVENTIVA)
-FINE DELLA LEY ANTITERRORISTA E DEI SUOI TESTIMONI “SENZA VOLTO”
-FINE DELL’ARTICOLO 7 COMMA 19 DELLA COSITUZIONE (VOTO UNANIME PER OTTENERE LA LIBERTA’ CONDIZIONALE)
-RIVENDICAZIONE DEI DIRITTI CARCERARI

Purtroppo le condizioni di salute delle compagne Andrea Urzua e Monica Caballero sono peggiorate. Oggi, per andare al colloquio con gli avvocati, le compagne hanno dovuto usare delle sedie a rotelle. Inoltre, nel corso del pomeriggio le condizioni di salute delle due compagne sono peggiorate e sono state trasferite nell’ospedale penitenziario. Non avendo il permesso di vederle, non sappiamo qual è il loro attuale stato di salute.

DENUNCIAMO
Come ogni mercoledì, s’è tenuto un corteo solidale partito dall’incrocio tra Arturo Prat e Alameda e diretto verso le calles Alonso de Ovalle e Santa Rosa. Stavamo propagandando e leggevamo l’ultimo comunicato dei compagni dalla sezione di massima sicurezza, diffondendo la loro situazione, scandendo slogan per la libertà dei compagni e denunciando la montatura che li mantiene rinchiusi.
Ma al momento di giungere all’incrocio tra la Alameda e Mc. Iver siamo stati BRUTALMENTE REPRESSI da agenti delle forze speciali dei carabineros, che si sono slanciati su di noi e ci hanno propinato colpi con le loro armi.
Sottolineiamo il modo d’agire ESAGERATO da parte dei carabineros che hanno provveduto a fermare delle persone senza alcun motivo, picchiandone altre, cercando di strappare gli striscioni, sequestrando megafono, biciclette, ecc… il tutto con la VIOLENZA e l’ABUSO DI POTERE concesso da una ridicola divisa, che li fa sentire padroni delle strade, capaci di vessare coloro che levano in alto la voce e manifestano.
Sono giunti al punto di ammanettare delle persone al recinto della biblioteca nazionale, anche degli anziani, ed a pestarle mentre erano a terra.
Dopo questo primo attacco, alcuni di noi ci siamo concentrati all’esterno del primo commissariato per chiedere informazioni sui fermati. Siamo rimasti in 20-30, fino a che sono giunti agenti delle forze speciali che senza dire nulla ci hanno spinti con gli scudi, picchiandoci con calci e pugni, oltre che con i manganelli.
DENUNCIAMO IL TERRORISMO POLIZIESCO col quale siamo stati repressi, ribadiamo che eravamo liberamente riuniti sul marciapiede e che sono stati gli agenti a colpirci. Per via di un calcio allo stomaco, una compagna è rimasta incosciente. Un altro compagno ha subito un principio di soffocamento mentre veniva caricato sul cellulare. Alla fine circa una decina di persone è stata costretta a salire sul cellulare.
DENUNCIAMO L’ESIBIZIONE DI ARMI DA GUERRA parte degli agenti delle forze speciali, al punto che delle munizioni sono cadute a terra.
Dopo il pestaggio, i compagni sottoposti a fermo sono stati trasferiti al terzo commissariato, noto per avere del personale più volte denunciato per aver abusato e pestato i detenuti.

Adesso, a mezzanotte, non abbiamo alcuna informazione sullo stato dei fermati; sappiamo solo che il fermo è avvenuto con il PEGGIOR SCENARIO DI TERRORSIMO POLIZIESCO.
Con i pestaggi pretendono seminare la paura, ma il fuoco solidale non si spegne così facilmente.

FORZA E SOLIDARIETA’ PER I FERMATI NEL CORTEO SOLIDALE
LIBERTA’ PER I E LE PRIGIONIERI/E IN SCIOPERO DELLA FAME PER LA MONTATURA “CASO BOMBAS”!



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