[comunicato] Del Viejo Loco, dal carcere

La passione per la Libertà è più forte di qualunque prigione

“(…) Si tratta di quello spirito combattivo
senza il quale perfino gli anarchici si lasciano addomesticare
e vanno a parare, in questa o quell’altra maniera nel pantano del legalismo…
È stupido, per avere salva la vita, distruggere le ragioni per vivere”

– Errico Malatesta, Periódico “L’Agitazione” 1901

In questo “Caso Bombas” l’obiettivo è annichilirci, ciò che si persegue non è una filosofia pietrificata nel passato, perchè le idee senza la pratica non sono pericolose, quello che il potere cerca di giudicare è una certa forma di affrontare la vita, e senza voler sembrare pretenzioso, oggi come secoli fa, quello che lo stato pretende giudicare è la potenziale minaccia dell’Anachia, questo è uno degli inevitabili scontri tra due forze opposte.
Questa lettera è un’appello a combattere il letargo delle parole, a non sottomettersi alle decisioni delle devote e obbedienti pecore, questo è un appello ad ascoltare i propri istinti, a che risorgano in forme immense le proprie convinzioni, perchè ogni colpo rafforzi il tempio di rabbia e la inestinguibile volontà ribelle si faccia carne e fuoco.
I vostri gesti solidali annientano i muri, aprono le sbarre, le vostra grida anonime si fanno sentire come tuoni strepitosi.
In questa settimana di “Agitacion y Propaganda” (del 14 al 21 di Aprile) desidero inviare i miei rispetti a tutti i prigionieri in guerra del pianeta, a loro che comprendono che le celle non sono grotte di congelamento rivoluzionario, bensì un altro posto dove scontrarsi con l’autorità.
Che il mio ghigno complice arrivi a tutti gli irriducibili nemici del potere.
Che i fratelli e le sorelle che volano liberi sappiano che non li dimentico, che le loro ali si aprano lontano dalle prigioni.
coraggio compagni/e
Fuerza a todas y todos.
Por la Anarquía Viva, seguiré gritando; ¡Que Viva La Anarquía!

Viejo Loco, Rebelde Anárquico en Huelga de Hambre.
dalle Radici Indomite del Sudamerica.
13 de Abril 2011
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Comunicato del Centro Sociale Cueto con Andes (Santiago, Chile)

PERSECUZIONE IDEOLOGICA, MONTATURA E REPRESSIONE

Realizziamo questo comunicato a partire dalla necessità di denunciare i fatti successi intorno alla casa-centro sociale e le persone che la vivono, partecipano nel posto o che lo visitano.

Tutto questo nel quadro di una operazione repressiva scatenata dallo Stato contro persone, collettivi e spazi schierati e attivi contro il sistema capitalista e le sue logiche coercitive, che poco meno di un anno fa ha mostrato la sua vera faccia con il mediatico e teatrale “Caso Bombas”, ma che in realtà si va sviluppando sistematicamente già da alcuni anni contro il mondo libertario, anarchico e antiautoritario

Il 14 agosto 2010, in un’operazione poliziesca-televisiva denominata “Operazione Salamandra”,  con un dispiegamento simultaneo a Santiago de Chile e a Valparaiso, risultarono incarcerati/e 14 compagni/e accusati di fare parte di una associazione illecita terrorista che mette bombe, secondo la fiscalìa (pubblica accusa), capeggiata da Alejandro Peña; questa sarebbe un’organizzazione gerarchizzata, che avrebbe leader determinati, ma che – paradossisticamente – funzionerebbe come un sistema ‘democratico’ dove sotto questi supposti leader starebbero tutti gli altri accusati ordinati in maniera orizzontale, tesi che contrasta fortemente con quella delle autorità incaricate del caso, per le quali c’era l’impossibilità di ottenere risultati giacchè, secondo le stesse autorità, i gruppi ‘suppostamente’ responsabili, sono gruppi senza gerarchia, capi ne struttura organica determinata.

Applicando la legge antiterrorista, eredità della dittatura militare di Pinochet, lo stato e la Fiscalìa possono fare uso di figure come la ‘presunzione’, dichiarazioni di ‘testimoni senza volto’ (n.d.t. – testimoni che rimangono anonimi nel processo, non solamente nell’udienza, privi quindi di qualsiasi attendibilità), intromissione nella privacy delle persone investigate (intercettazioni telefoniche, monitoraggio mail) e sollecitare l’arresto preventivo degli accusati per il periodo che duri l’investigazione.

In questo caso, dopo oltre 4 anni di indagini, gli unici risultati raggiunti sono stati la detenzione di 10 dei 14 compagni, senza rispettare il principio d’innocenza e senza prove per processarli, ragione questa per la quale la Fiscalià ha sollecitato 6 mesi aggiuntivi di indagini, che ad oggi si sono tradotti in quasi già 8 mesi di prigione preventiva e, solo poche settimane fa, con i nostri fratelli e sorelle in sciopero della fame liquido da oltre un mese, se ne è ottenuta la fine (n.d.t. – del tempo investigativo, il tribunale ha cioè imposto alla pubblica accusa di venire al dunque e formulare le accuse).

Le prove con le quali contano sono, a dir il meno, deboli e inconsistenti: intercettazioni telefoniche triviali, foto di amici camminando per la strada, letteratura politica, poster, opuscoli, supposte ‘prove scientifiche’ o ‘tracce’. La Fiscalìa e i giudici considerano che queste sarebbero prove sufficienti per mantenere in prigione preventiva e in condizioni estreme la prigionia di 10 degli accusati e per di più, il Fiscal Peña minaccia, attraverso la stampa ufficiale, che presenterà 794 testimoni (dei quali 4 sono ‘testimoni senza volto’), 221 periti e 6.744 fatti materiali evidenti, documenti e resoconti periziali.

Se sommiamo a tutto questo il profilo costruito e stereotipato dalla stampa; canali televisivi come Megavision, Canal 13 e giornali come La Tercera e il Mercurio criminalizzano persone che vivono o frequentano case occupate e centri sociali/controculturali, che vestono in certi modi, che ascoltano certi stili di musica, che partecipano in collettivi anticapitalisti, che si autodefiniscono come anarchici o antiautoritari, etc … e se a tutto questo aggiungiamo la diretta relazione rimasta allo scoperto, tra il Ministero dell’Interno, e il Fiscal Peña (il Fiscale, dopo la presentazione delle ‘prove’ e la fine del periodo investigativo ha rassegnato le dimissioni ed è entrato nell’equipe del ministero dell’interno, parte in causa nel processo ‘Caso Bombas’ – giusto per evidenziare la connessione diretta e l’indipendenza della magistratura dal potere politico) le polizie e i mezzi di comunicazione, abbiamo come resultato una persecuazione da parte dello Stato, quasi nell’insieme dei suoi dispositivi, contro gruppi e individualità ribelli e critiche, attive, mobilizzate e che fanno della propria vita una lotta per la libertà.

Crediamo che tutto questo inferno mediatico, giuridico e poliziesco sia parte di un montaggio creato dal potere per perseguire e terrorizzare chi decide di dirigere la sua vita con una postura antagonista, chiunque alzi la voce e persegua con la costruzione e l’intercambio di idee e azioni critiche nel camino della decostruzione dei valori e della morale che la cultura egemonica ha imposto sopra i nostri corpi.

Denunciamo la persecuazione poliziesca che viviamo quotidianamente nell’uscire dalla nostra casa, con vigilanza nascosta – però non invisibile – con controlli d’identità costanti ai compagni e compagne che abitano la casa e/o visitano lo spazio. Essendo già quasi ormai prassi che all’arrivo o all’uscita ti detengano prepotentemente i Carabineros de Chile e ti obblighino a identificarti, ti facciano domande e, se gli viene la voglia, ti portino via senza ragioni per realizzare il controllo al commissariato.

Il Centro Social Autónomo Cueto con Andes è uno spazio comunitario aperto dove convergono differenti organizzazioni e individualità per svolgere iniziative di carattere sociale, politico, artistico, educativo e d’autogestione, sempre con obiettivo la diffusione della critica al sistema capitalista e alle relazioni sociali d’autorità e potere che in questo si promuovono.

In questa casa si svolgono differenti attività, tutte senza fine di lucro; si realizzano talleres gratuiti, funziona la biblioteca comunitaria e di quartiere ‘Punky Mauri’, il Canale di quartiere 3, si creano reti con media indipendenti, con collettivi Hip-Hop, con organizzazioni delle poblaciones, studentesche, con compagnie di danza, teatro, musicisti, artisti visuali, etc E contemporaneamente è uno spazio abitativo dove risiedono persone con idee diverse, che svolgono diverse attività e lavori e che mantengono lo spazio in maniera collettiva e indipendente. Siamo individui critici con i modelli usati dalle istituzioni per raccontare quella che chiamano la Storia, dove solo raccontano la verità dei potenti, mentre silenziano o omettono la resistenza, la lotta contro l’oppressione, che copre i crimini commessi dallo Stato e mantiene le persone nell’ignoranza circa come si sono sviluppati i fatti nel tempo, gli interessi che ci sono dietro la politica e della sottomissione della vita alle necessità del sistema economico.

Per questo prendiamo la parola e ci pronunciamo per denunciare una persecuzione ideologica-politica che, con la disinformazione e il silenzio dell’opinione pubblica, sequestra in carcere 10 persone coscienti e attive e, nello stesso momento, minacciano i loro affetti cercando di terrorizzarli e annullare qualunque segno di solidarietà.

Vogliamo lasciare memoria a tutti e a tutte che abbiano accesso a questo documento che, negli ultimi mesi, siamo stati testimoni e protagonisti di un costante clima di vigilanza, inseguimenti e minacce da parte di funzionari di polizia intorno al Centro Sociale; ci accorgiamo di come ci osservano i poliziotti in borghese (gli stessi vicini del quartiere sono stati testimoni e sono venuti da noi a denunciarlo) e ci seguono quotidianamente. Abbiamo visto inoltre, che in alcune attività di lavoro sociale che facciamo nel quartiere, come la Feria del Baratto in Piazza Yungay, i Carabineros siano arrivati violentemente e ci abbiano obbligato a terminare l’attività, tagliandoci la luce della piazza, e minacciando di far arrivare le Forze Speciali (n.d.t. – contingenti antisommossa) per disperdere i vicini, i compagni e i bambini che partecipavano alla giornata.

Oltre tutto questo, è successo un altro fatto che ha richiamato la nostra attenzione e crediamo necessario menzionare. Alcuni mesi fa, fu lasciato fuori dalla casa, giusto davanti la porta, una borsa strana dentro la quale i compagni hanno incontrato due estintori. Per fortuna in quel momento comparve il personaggio che l’aveva lasciato lì: un personaggio vestito da mendicante, che nessuno ricordava aver visto nel settore al quale fu intimato di portare via la borsa dall’ingresso della casa.

Facendo questo comunicato non pretendiamo vittimizzarci ne’, in qualche maniera, reclamare o chiedere qualcosa alle autorità. Vediamo chiaramente le intenzioni coercitive di queste pratiche e comprendiamo che questo è parte di uno scontro permanente e esplicito con i guardiani dell’ordine dei ricchi e noi che non accettiamo queste condizioni di dominazione e ci ribelliamo da differenti punti di azione, creazione e propaganda.

Siamo uno spazio solidale con i compagni e le compagne prigionieri/e politici/he imprigionati/e e accusati di far parti di una inesistente associazione illecita terrorista e crediamo fermamente che tutto questo è parte della montatura organizzata da Rodrigo Hinzpetere (Ministro dell’Interno) e Alejandro Peña, in complicità con le polizie e i mezzi di informazione di massa.

BASTA CON LA PERSECUZIONE POLIZIESCA
LIBERTÀ AI PRIGIONIERI DELLA MONTATURA ‘CASO BOMBAS’
IN SCIOPERO DELLA FAME DAL 21 FEBBRAIO 2011

FINE ALLE LEGGE ANTITERRORISTA!

Centro Social Autónomo Cueto con Andes Abril 2011

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Barricate + Biciclette

Santiago del Cile – Barricate a San Miguel per i compagni sequestrati il 14 agosto

La notte di questo giovedì, 14 aprile, abbiamo approfittato dell’oscurità, di alcuni litri di benzina, delle macerie e di un sacco di pneumatici per innalzare un barricata all’angolo tra le avenidas Santa Rosa e Departamental, in solidarietà con i prigionieri della montatura politico-giudiziaria “caso bombas”, in sciopero della fame dal 21 febbraio. Quest’azione è durata non più di 1 minuto, siamo subito scomparsi dal posto, lasciando il fuoco accesso ed i volantini che gridano per il ritorno dei compagni nelle strade. Che le azioni di solidarietà si moltiplichino in tutti i lati ed in tutte le forme.

Prigionieri/e politici/che nella carceri del capitale ed in sciopero della fame, liberi!!!

Combatientes del Odio y la Desesperanza

Biciclettata solidaria

Alle 16.30 di venerdi 15 è partita la biciclettata solidaria con i sequestrati del montaggio caso bomba. Il punto di incontro è stato in piazza Brazil. Ingenti presenza poliziesco sin dal principio.

Durante il tragitto si sono aggiunte varie pattuglie, micro e moto fino all’elicottero

ALLE 6 SI REGISTRAVANO TRE ARRESTI TRA QUESTI UN INTEGRANTE DEL CANALE TELEVISIVO VICTOR JARA TV (ndt: una televisione dell’ass. culturale Victor Jara) CHE FILMAVA LA BICICLETTATA .

La colonna di ciclisti è riuscita poi a raggiungere varie prigioni della capitale dove si sono fatti sentire con il loro rumore.
Arrivati alla poblacion La Victoria (dove gli sbirri non hanno provato ad entrare) è stato realizzato un murales
Saludamos a las individualidades solidarias y sus bicicletas
Agradecemos cualquier aporte sobre esta y otras actividades, como la intervención realizada en los tribunales de Valparaíso

¡SOLIDARIDAD AHORA EN LA SEMANA DE AGITACIÓN Y PROPAGANDA Y HASTA QUE TOD@S L@S SECUESTRAD@S DEL MONTAJE “caso bombas” CAMINEN JUNTO A NOSOTR@S EN LAS CALLES!
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Comunicato dei prigionieri Mapuche in sciopero della fame dal 15 marzo

All’opinione pubblica nazionale e internazionale, i prigionieri politici mapuche in sciopero della fame dal carcere di Angol, informiamo quanto segue:

1. In relazione allo sciopero della fame liquido che stiamo portando avanti dal 15 marzo del presente anno, questo è stato permanente monitorato dai funzionari della Gendarmeria di questo Centro Penitenziario e la situazione fisica è stabile considerando i 30 giorni di digiuno.

2. Che la perdita di peso di ognuno è quella che di seguito elenchiamo
Jonathan Hullical Méndez 12,300 kg.
Ramón Llanquileo Pilquimán 11,900 kg.
Héctor Llaitul Carrillanca 12,200 kg.
José Huenuche Reimán 9,800 kg.

3. Che, le nostre petizioni rimangono le stesse che annunciamo al principio e che l’avanzare verso il raggiungimento di queste dipenderà dalla volontà del governo, e dall’appoggio che si generi nell’ambito delle mobilitazioni all’interno del movimento Mapuche, dei settori sociali, degli organismi dei Diritti Umani e della Comunità Internazionale.

Infine ribadiamo l’appello a tutto il movimento Mapuche perchè segua manifestandosi in diverse forme, perchè fortifichi il Kimun, il suo Rakiduam, e il Newen Mapuche per la liberazione Nazionale.

Territorio e Autonomía !
Giustizia e dignità per il nostro popolo!

Marrichiweu!!!

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[comunicato dei prigionieri] Riflessioni sullo sciopero e sul trasferimento

pubblicato da: solidaridadporlospresxs –    tradotto da: culmine.noblogs

Ad oltre 50 giorni di sciopero della fame avvertiamo il bisogno di esser chiari sullo sviluppo di alcuni aspetti durante questa mobilitazione.

L’immensa gamma di posizioni politiche, rivoluzionarie e di lotta tra noi che ci troviamo reclusi, oltre a metter in evidenza l’assurdità e la fantasiosità dell’accusa di associazione illecita terrorista, si traduce in una difficoltà ed impossibilità ad elaborare riflessioni o analisi politiche più compiute. L’imprecisione politica in alcuni dei nostri comunicati collettivi e la difficoltà nell’elaborarli sono il riflesso di tale diversità di posizioni ed una netta dimostrazione delle deliranti accuse contro di noi.

Nonostante tali divergenze, siamo stati sottoposti in maniera forzata ad un processo politico/giuridico/poliziesco e mediatico in cui, come abbiamo reiterato, molti tra di noi si sono conosciuti per la prima volta solo sul banco degli accusati. Perciò i nostri “pensieri collettivi” sono da collocarsi sull’unico tema che ci unisce: il processo giuridico che in maniera indistinta pesa su tutti noi.

Pertanto, informiamo che i comunicati e la stessa mobilitazione che stiamo portando avanti dal 21 febbraio si collocano fondamentalmente su temi legali o fatti puntuali che colpiscono noi imprigionati per il “Caso bombas” e temi del genere. Le definizioni politiche, analisi, riflessioni, posizioni e proiezioni che non vengono condivise sono proprie di ogni soggetto che vuole esprimerle. Oggi ci unisce il nostro desiderio di tornare ad esser liberi.

Giovedì 7 aprile s’è tenuta un’udienza riguardante il nostro cambiamento di modulo, nello specifico il trasferimento dalla sezione di massima sicurezza al carcere di alta sicurezza, denunciando il brutale regime d’isolamento, la mancanza di comunicazione, la segregazione e la punizione cui siamo stati sottoposti per quasi 8 mesi, condizioni che deve sopportare qualsiasi detenuto che sopravvive in isolamento estremo.

Le confuse argomentazioni dell’avvocato della gendarmeria non hanno fornito una risposta coerente sul nostro ingresso al C.A.S. Alla fine l’8° tribunale di garanzia ha accettato il nostro trasferimento, che è avvenuto la notte di martedì 12 aprile. Adesso siamo così suddivisi nelle diverse sezioni del C.A.S.:

H Nord: Carlos Riveros si trova sullo stesso piano di Vinicio Aguilera (3°)

H Sud: Rodolfo Retamales e Omar Hermosilla si trovano insieme nel 3° piano, mentre Pablo Morales resta nel 2°.

Modulo J: nel 3° piano ci sono Felipe Guerra e Francisco Solar.

Camilo Pérez: resta ancora nel sezione di massima sicurezza perché s’è rifiutato da farsi sottomettere alla perquisizione corporea. La gendarmeria ha chiesto al tribunale affinché decida sul suo trasferimento.

Fino ad ora abbiamo ottenuto la risposta a due nostre richieste: fine della fase delle indagini ed infine il cambiamento del modulo, ma noi continuiamo con lo sciopero a tempo indeterminato mantenendo le richieste della libertà, il cambiamento delle misure cautelari, la non applicazione della ley antiterrorista ed i suoi testimoni senza volto, la fine di detta legge ed il cambiamento delle restrizioni costituzionali per i reati “terroristici” e nel caso dei compagni in carcere, la permanenza nel 2° piano della S.E.A.S.

La mobilitazione che accompagna il nostro sciopero della fame sta subendo l’incremento della violenza della polizia, con una speciale brutalità da parte delle forze repressive che si sono lanciate alla caccia ed hanno teso imboscate alla manifestazione del 6 aprile, pestando e fermando una serie di compagni solidali per poi continuare con la repressione contro chiunque si trovasse all’esterno del 1° commissariato per sapere qualcosa sui fermati.

Ma anche così, in maniera insistente ed intransigente, sia i cortei del mercoledì che le diverse espressioni solidali continuano…

Salutiamo anche il blocco stradale dell’8 aprile, a Ñuñoa. Un saluto a tutti quelli che con il fuoco abbracciano il nostro convincimento.

Salutiamo con forza tutti quelli che, da qualsiasi territorio, non sono stati indifferenti rispetto alla nostra prigionia come anche alla mobilitazione che portiamo avanti per la nostra prossima liberazione.

Fine alla ley antiterrorista: creata nella dittatura e perfezionata nella democrazia!

Le pene dell’inferno con le quali ci minacciano, confermano le punizioni esemplari che pretendono imporre contro coloro che mettono in discussione l’ordine imperante!

PRIGIONIERI DEL CASO BOMBAS IN SCIOPERO DELLA FAME CAS. APRILE 2011

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Comunicato del Circulo Informal Renzo Novatore

Inizia la settimana di agitazione e di propaganda per la libertà degli imputati per il “caso bombas”

Oggi, 14 aprile, verso le 11.40 ci siamo avvicinati al commissariato presso la stazione Baquedano [ndr: di Santiago de Chile] della metro ed abbiamo collocato un presunto ordigno esplosivo, all’interno di una borsa, ed un foglietto con il seguente avviso: “ti restano pochi minuti di vita, prigionieri/e in sciopero della fame liberi, (A), Circulo informal Renzo Novatore

Due bombolette vuote di deodorante ambientale, una sveglia cinese, dei fili ed un po’ di nastro adesivo sono stati sufficienti per far sfigurare il volto del poliziotto di turno che ha trovano il pacchetto: sudore freddo ed un ridicolo dispiegamento di forze dell’ordine per un’azione che cerca d’infondere la paura tra quelli che quotidianamente usano l’autorità come metodo di controllo.

Quante volte abbiamo visto la paura sul volto di uno studente perseguitato dalla polizia, o ascoltato i singhiozzi di un immigrante pestato in un commissariato mentre scoppiano delle morbose risate… Oggi, è toccato ad essi, mentre noialtri (gli irriducibili di sempre) siamo scoppiati in un complici risate.

Né un minuto di silenzio, tutta una vita di combattimento.

Presxs a la calle

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12 aprile, Giornata di udienze

* solidaridadporlxspresxs

– L’udienza di convalida dei 18 fermi avvenuti ieri, durante l’azione solidale per i 50 giorni di sciopero della fame, ha sancito l’illegalità di tale misura restrittiva. Ciò nonostante, diversi abusi sono stati commessi sui compagni e sulle compagne durante lo stato -illegale- di fermo.

– Nuovamente ratificata la decisione del tribunale di trasferire i compagni prigionieri dal modulo di punizione della massima sicurezza, in cui sono rinchiusi da 8 mesi, al modulo di alta sicurezza. Questo trasferimento dovrebbe avvenire entro le prossime 48 ore.

– Nell’udienza di revisione delle misure cautelari per Pablo Morales, Mónica Caballero e Andréa Urzua è stato deciso che continueranno a restare in carcerazione preventiva, per mancanza di novità sul piano processuale.

Reistenza per i compagni e le compagne che continuano ad essere in prigione e mantengono la decisione di lottare per la loro libertà attraverso
lo sciopero della fame!

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[Santiago] Barricate all’Università in solidarietà


* liberaciontotal

dalla stampa cilena…

Verso mezzogiorno di martedì 12 aprile circa 50 incappucciati hanno innalzato delle barricate all’esterno del Campus Juan Gómez Millas della Universidad de Chile, all’incrocio tra la calle Exequiel Fernández con Avenida Grecia, nel comune di Ñuñoa.

Giunte sul posto le Forze Speciali dei Carabineros, con gli idranti e gas lacrimogeni, hanno cercato di far cessare le proteste. Gli incappucciati hanno risposto con pietre e molotov; in seguito sono entrati nella facoltà dove gli scontri sono continuati.

A causa delle molotov un agente dei carabineros avrebbe riportato delle ustioni.

Sul posto sono stati spiegati striscioni in solidarietà con i prigionieri del “caso bombas” in Sciopero della Fame ed anche con volantini solidali agli scioperanti ed ai fratelli Eduardo e Rafael Vergara Toledo.

Una volta conclusi gli scontri, i Carabineros sono entrati nella facoltà trovando alcune molotov, ma senza riuscire ad arrestare nessuno degli attaccanti.

Video della stampa: 1 e 2.

Altre foto sugli scontro di martedì su OurWar.org: 51 días de Huelga de Hambre: Barricadas en Macul.

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[Comunicato] Sulle barricate all’Un. de Chile e le menzogne dei media

* liberaciontotal

Comunicato:

premettiamo che l’azione effettuata dai compagni la sera di venerdì, 8 aprile, presso la facoltà di filosofia della Universidad de Cile -senza l’intenzione di ripetere la stessa merda ciarlatana quasi spettacolare di tutti i comunicati- aveva come mezzo e come fine l’interruzione del transito delle auto e delle immagini proprie del capitalismo super-mercificato, per far conoscere la situazione dei compagni e delle compagne imprigionati/e per la montatura “caso bombas”, cercando allo stesso tempo (cosa che naturalmente s’è verificata) lo scontro con le forze di polizia. Ovviamente, la stampa borghese ha fatto il suo lavoro, disinformando, manipolando e mentendo sugli avvenimenti che adesso, in tutta risposta, ci interessa chiarire.

Smentiamo di esser stati protagonisti di un furto come hanno cercato di dimostrare le telecamere della stampa borghese, in cui attraverso un’immagine ed un commento si può creare qualsiasi realtà ed avere il potere di dichiararla come veritiera. Le immagini mostrate dalle telecamere corrispondono ad una lite con un cittadino, che ha cercato di togliere il cappuccio e di aggredire uno dei compagni presenti durante l’azione, ma in nessun modo si tratta di un furto. Il gruppo che si vede, mentre si slancia contro il soggetto, è solamente accorso in aiuto del compagno che veniva attaccato dal cittadino. Se per caso è stato tolto qualche indumento ciò è dovuto ai momenti concitati ma non ad un furto, visto che nessun compagno è rimasto con qualche indumento del tipo in questione.

Smentiamo anche l’attacco ai mezzi di soccorso, com’è il caso dei pompieri, che sono transitati nel mezzo della barricata e che non sono stati attaccati, perché non erano l’obiettivo del nostro attacco, né in maniera concreta, né simbolica.

Infine, nell’evidente tentativo di delegittimare la nostra azione s’è menzionato che non è stata riscontrata nessuna propaganda, questo con l’intento di farci passare come vandali senza alcuno scopo politico. Ma sono caduti in contraddizione nel menzionare che c’erano degli striscioni che alludevano al “caso bombas” ed allo sciopero della fame dei nostri compagni e compagne accusati per tale montatura, e che vengono continuamente dispiegati mentre si segue il processo.

Nessuna azione è isolata, o carente di appoggio. Per questo noi ci affratelliamo e solidarizziamo con i compagni e le compagne che questa mattina, sullo stesso luogo, hanno ripreso a scontrarsi con la polizia ed a divulgare sulla situazione dei compagni imprigionati.

51 GIORNI DI SCIOPERO DELLA FAME E NESSUN ALTRO GIORNO DI CARCERE!

PRIGIONIERI POLITICI LIBERI ADESSO!

MORTE ALLO STATO, AL CAPITALE ED ALLE SUE CARCERI!

VIVA L’ANARCHIA!

Link del video della stampa borghese in cui sono stati manipolati i fatti, qui.

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aggiornati

Aggiornata la sezione ‘manifesti’ che trovate nella barra in alto.
Quelli che trovate sono in italiano, qui potete trovarli in altre lingue

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