Mónica Caballero dall’ospedale penitenziario

tradotto da Culmine.noblogs

Mónica Caballero dall’ospedale penitenziario

Mano tesa al compagno

Pugno chiuso al nemico”

Vi scrivo da uno dei luoghi più terrificanti tra i centri di sterminio cileni, l’ospedale penitenziario.

E’ piuttosto difficile descrivere le atrocità di questo luogo. Si presume che, per la cura dell’integrità fisica e psicologica, i carcerieri abbiano richiesto la mia ospedalizzazione in questo luogo, in quanto nei giorni festivi della “settimana santa” non c’erano medici presso il centro penitenziario femminile.

Con una guardia permanente (24 ore su 24) letteralmente ai piedi del letto, i giorni trascorrono eccessivamente lenti. Vedo passare malate di tubercolosi, soggetti psichiatrici, moltissime auto-lesionate, ecc… che provengono da tutte le carceri di Santiago.

L’odio libra la mia testa in alto, nessun carceriere (con uniforme bianca o verde) mi piegherà neanche un po’.

Sebbene per molti ci sono cose per le quali non si ringrazia… il mio petto antiautoritario si solleva pieno d’orgoglio e di gratitudine dinanzi ai degni guerrieri che creano e distruggono con le loro azioni solidali in molti luoghi, in tutto il mondo.

Nonostante le catene, le mura e gli occhi che vigilano, l’obiettivo non è mutato: la distruzione di qualsiasi forma di dominazione!!

Senza avere la certezza che leggiate queste righe, fratelli e sorelle che volate in alto, molto in alto, lontani dalle videocamere e dalle uniformi… la vostra fuga è alimento per il cuore.

Un forte abbraccio agli irriducibili in tutto il mondo, in particolare ai compagni ed alle compagne della Cospirazione delle Cellule di Fuoco che hanno dimostrato che la solidarietà è un’arma.

Ieri, oggi e sempre… Né dio né padrone.

Liberi i prigionieri e le prigioniere del caso bombas arrestati/e il 14 agosto!!!

In sciopero della fame dal 21 febbraio.

 

Mónika Caballero

prigioniera politica anarchica

ospedale penitenziario, Santiago, Cile

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Alcune azioni solidali dal mondo

Cracovia, Polonia
vengono appesi diversi striscioni in solidarietà coi prigionieri rivoluzionari
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* pugetsoundanarchists.org

At around 3:15 AM on Monday morning the Bank of America on the west-side of Olympia had it’s windows smashed.

Alle tre e un quarto del mattino vanno in frantumi le vetrine della Bank of America nel lato est di Olimpia.

* LiberacionTotal

Nottingham –
Nella notte tra il 18 e il 19 aprile un veicolo G4S, che ha che fare con l’affare delle prigioni, è stato incendiato in solidarietà con gli anarchici cileni

Seattle –
Dozzine di vetrine rotte per il Banco Chase en Broadway en Capitol Hill che è stato attaccato in solidarietà con gli anarchici cileni.

Barcellona –
blocchi del traffico, lancio di propaganda e vari striscioni in differenti punti della città per appoggiare i prigionieri cileni del 14 A

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Buenos Aires,
solidarietà con i prigionieri del 14 A con un murales e varie azioni con materiale di propaganda

Montreal,
azione in solidarietà con diversi striscioni e lancio di propaganda in supporto alla lotta dei prigionieri in sciopero della fame, nella settimana internazionale di solidarietà.

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[Santiago] Attaccata succursale BBVA

Un gruppo di sei incappucciati, secondo quanto riferisce la stampa borghese, taglia il transito dell’Alameda – in Santiago – e attacca una succursale BBVA. Riescono a rompere i vetri esterni ed appiccare fuoco all’interno.
L’azione viene rivendicato in solidarietà con i prigionieri del 14 A.

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[da Culmine] Aggiornamenti su* compagn* sequestrat* il 14A

* culmine

Sono ore decisive per la lotta condotta dai compagni e dalle compagne del Cile, sequestrati/e dallo Stato, ed in sciopero della fame dal 21 febbraio.

Oggi, 25 aprile, la corte d’appello di Santiago del Cile ha rivisto le misure cautelari per due degli arrestati. La corte ha trasformato le misure detentive di Pablo Morales e di Vinicio Aguilera dalla carcerazione preventiva nel Carcere di Alta Sicurezza agli arresti domiciliari.

Restano in carcere 6 compagni e 2 compagne; queste ultime sono state ricoverate nelle scorse ore presso l’ospedale penitenziario per il loro grave stato di salute.

Intanto, sta suscitando un grande clamore la dichiarazione di un ex prigioniero politico che ha accusato gli investigatori di pressioni affinché si infiltrasse tra i compagni. Da più parti si parla di soldi che la procura sarebbe stata in grado di offrire a presunti informatori. Lo stesso ministro degli Interni del Cile è dovuto intervenire sul tema.

Sul versante del tavolo di dialogo, ci sono delle proposte di legge che vengono incontro alle richieste dei compagni.

Da una parte, la determinazione dei compagni sta dando i suoi frutti e dall’altra inizia seriamente a sgretolarsi il castello accusatorio. La riprova sta nei domiciliari concessi a quello che secondo l’accusa sarebbe uno dei due leader della fantomatica associazione illecita terrorista e per il quale è stata chiesta una condanna all’ergastolo.

Un abbraccio solidale a lxs compas en lucha,

Culmine, 25.04.11

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Scontri all’USACH

Scontri fuori dall’università di Santiago de Chile (USACH) nell’ultimo giorno della settimana di solidarietà con i prigionieri sequestrati.

Di seguito alcune foto

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[Londra] SOLIDARITY ATTACK FOR THE CHILEAN ANARCHISTS

* actforfreedomnow

Around 3am on April 25 we paid a visit to SANTANDER BANK in Tooting High Road,
South London.
STONES TO THE WINDOW AND SLOGAN FREEDOM TO THE CHILEAN ANARCHISTS!

Anarchists.

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Londra – Attacco solidale con gli anarchici cileni

Verso le 3 di mattina del 25 aprile abbiamo effettuato una vista alla banca Santander di Tooting High Road, South London.

PIETRE ALLE FINESTRE E SLOGAN PER LA LIBERTA’ DEGLI ANARCHICI CILENI!

Anarchists

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[suggerimenti telematici] Dopo 60 gg di sciopero della fame

* da informa-azione.info

Giovedì 21 aprile si compiono 60 gg dello sciopero della fame sostenuto dai nostri cari. Due mesi in cui il campo di battaglia è stato il loro proprio corpo, che giorno dopo giorno si vede consumato,  con una perdita di peso di mediamente 13kg.

Visto che lo stato di salute fisico e mentale dei nostri compagni sta peggiorando considerabilmente, contro la carente informazione su questo sciopero nella maggior parte dei mezzi d’informazione e la costante repressione che viviamo noi come individualità solidari nelle nostre manifestazioni di strada, lanciamo un appello a unirsi alla campagna informativa e di denuncia, inviando e-mail, fax, ecc.a  a tutti i mezzi d’informazione possibili (radio, tv, internet, quotidiani), a enti governativi, alla gendarmeria cilena, a ambasciate e/o consolati del cile all’estero, organizzazioni di diritti umani, o qualsiasi ente che possa essere pertinente.

L’informazione che suggeriamo è la seguente:

Il giorno 21 aprile si compiono 60 giorni di SCIOPERO DELLA FAME di carattere indefinito mantenuta da 10 sequestrati dallo stato cileno nel contesto del MONTATURA politica chiamata Caso Bombas.
Denunciamo la farsa che mantiene rinchiusi i nostri cari, amici e familiari, senza prove valide e mediante la LEGGE ANTITERRORISTA, la quale mantiene vizi di tempi della dittatura di Pinochet, perpetuati grazie ad anni di governo concertativo e migliorati dall’ attuale governo di Piñera, quali: TESTIMONI “SENZA VOLTO”; VOTO UNANIME PER OTTENERE LA LIBERTA’  CONDIZIONALE.

Informiamo e denunciamo che il mediatico “caso bombas” è una MONTATURA politica, la cui unica finalità è rinchiudere la dissidenza, quelli che pensano diversamente, quelli che hanno il coraggio di costruire nuove forme di relazioni antiautoritarie e anarchiche in opposizione al potere, criminalizzando i legami di amicizia alla stessa maniera dei centri sociali e delle biblioteche occupate.

Le richieste dei prigionieri in SCIOPERO DELLA FAME sono:

-LIBERTA’ IMMEDIATA;
-RIFIUTO DI ESSERE PROCESSATI SECONDO LA LEGGE ANTITERRORISTA;
-MODIFICA DELLE MISURE CAUTELARI CONTRO I COMPAGNI (FINE DELLA DETENZIONE PREVENTIVA);
-ABROGAZIONE DELLA LEGGE ANTITERRORISTA E DEI SUOI TESTIMONI “SENZA VOLTO”;
-ABROGAZIONE DELL’ ART.7 COMMA 19 DELLA COSTITUZIONE (VOTO UNANIME PER OTTENERE LA LIBERTA’ CONDIZIONALE);
-RIVENDICAZIONE DEI DIRITTI CARCERARI.

Infine facciamo un appello a solidarizzare, diffondere e creare nuovi spazi di denuncia e informazione.

PERCHE’ IL “CASO BOMBAS” E’ UNA MONTATURA POLITICA!
LIBERTA’ IMMEDIATA AI SEQUESTRATI DALLO STATO CILENO!
ROMPIAMO IL SILENZIO DEI MEZZI D’INFORMAZIONE!

Qui di seguito alcuni indirizzi … A ORECCHIE SORDE, PAROLE INSISTENTI !

webmaster @ gendarmeria.cl, mjirkal @ interior.gov.cl, rcastro  @ interior.gov.cl, jcampos @ minjusticia.cl, osobral @ sernam.cl, ngamboa @ minsegpres.gov.cl, miguel.sanchez @ msgg.gov.cl, info @ amnistia.cl, informaciones @ inmaculadaconcepcion.cl,

rrpp @ canal13.cl, recepcion @ chilevision.cl, rrpp @ redtv.cl, mpandolf @ lared.cl, rpena @ lared.cl, rrpp@tvn.cl, tvngprog@tvn.cl, estonotienenombre @ tvn.cl, podriaserpeor @ laradio.cl, radio @ adnradio.cl, latercera @ latercera.cl, contacto @ lacuarta.cl, cmunoz @ mercurio.cl, mcifuentes @ mercurio.cl, ralvarez @ mercurio.cl

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Barricate all’alba

* libertadalos14a

Barricate bloccano il transito in solidarietà coi fratelli prigioni sequestrati per il “caso bombas”, nell’intersezione tra Vespucio e El Descanzo, nel comune di Maipu (Santiago de Chile) , alle 6 della mattina dell’alba del 20 d’aprile

PRESXS EN GUERRA A LA KALLE!

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Ultimo comunicato dei compagni e delle compagne in sciopero della fame

trad. culmine
*
solidaridadporlxspresxs

SCIOPERO DELLA FAME CONTRO LA LEY ANTITERRORISTA, PRECEDENTI, OBIETTIVI E NECESSITA’

La collocazione di circa 130 ordigni esplosivi contro entità pubbliche e private dal 2005 ad oggi ha comportato il lavoro di 4 procuratori con dedizione esclusiva per chiarire questi fatti. Essi hanno delegato le indagini agli apparati di intelligence della polizia – carabineros e PDI (BIPE e DIPOLCAR)-, questi ultimi hanno portato avanti perlomeno 8 filoni d’indagine sulle possibili partecipazioni in questi attentati, ovvero: GAP-BLP, ex sovversivi, CRA settori organizzati di Villa Francia, Centri Sociali Occupati, biblioteche popolari, Brigada Anticapitalista y Mapuche. Hanno avuto a disposizione decine di milioni di pesos cileni con l’obiettivo di seguire e spiare circa 500 sospettati, senza riuscire a verificare alcun reato contro di essi, con l’esito di una indagine senza arrestati fino all’agosto del 2010. Tale scenario ha portato gli attori e gli agenti del presunto Stato di Diritto ad una collusione all’interno della loro casta col fine di ridisegnare la strategia repressiva ricorrendo alle pratiche del terrorismo di Stato,. ereditate dalla dittatura militare, pianificando anche un potente show mediatico-poliziesco che additasse i presunti sospetti ed i presunti colpevoli. Poco prima di sferrare il colpo hanno reclutato un p.m. ambizioso e carente di etica, diverso da quelli che hanno indagato in precedenza, che non s’erano fatti intimidire da prepotenti funzionari produttori del sensazionalismo televisivo.

In questa maniera, contrattato il commediante, il governo ha fatto un nuovo passo per giungere al suo scopo nella persona del ministro degli Interni Hinzpeter, che dal giugno 2010 ha sollecitato il procuratore nazionale Sabas Chahuan, segnalandogli “abbiamo bisogno di risultati concreti nelle indagini”. Quest’ultimo gli ha risposto: “Bisogna dare una nuova focalizzazione all’indagine” (13/06/10).Così, e come diretto risultato di tali pressioni che in maniera inedita hanno messo in discussione la presunta indipendenza tra i diversi poteri dello stato, è stato destituito il p.m. Armendariz ed è entrato in scena il mediatico procuratore capo della Fiscalía Sur, Alejandro Peña, che si porta dietro denunce per violenza familiare e pratiche antisindacali. Egli può agire con l’avallo del ministero degli Interni. La sua prima mossa è stata quella di trasferire le competenze dall’8º Juzgado de garantía di Santiago all’11º di San Miguel; in quanto quest’ultimo è un suo vero feudo, luogo in cui conta che non si guardi per il sottile sull’inconsistenza delle prove. Il passo successivo è stato quello di passare le veline della polizia ai quotidiani “El Mercurio” e “La Tercera” relative ad un inventato profilo dei presunti installatori di bombe, i leader con un trascorso sovversivo, il fatto di abitare in case occupate, l’adesione all’ideologia anarchica, i vestiti scuri ed i trasferimenti in bici, tra altre stupidaggini. Seguendo questa trama, dopo 58 giorni dall’assunzione dell’incarico, Peña e compagnia hanno scatenato il feroce attacco repressivo chiamato “operación salamandra”. All’alba del 14 agosto, 14 persone sono state arrestate, 4 di esse già interrogate in precedenza dal p.m. Armendariz sono state liberate per insufficienza di prove. Il 23 agosto 2010, il governo nella persona del ministro Hinzpeter si congratula con Peña; la stessa cosa fa pochi giorni prima il presidente Piñera, segnalando che è “cambiata la mano” e che “questo governo non lascerà nulla in sospeso”. In tal maniera si rende palese la connivenza tra la Fiscalía Sur ed il governo, situazione che alla fine ha portato a premiare in modo pubblico e sfacciato il menzionato A. Peña con un posto di rilievo all’interno del ministero degli Interni, da dove potrà continuare a seguire e qualificare il modo d’agire repressivo suo e del governo. Il suo compito, tra le altre cose, sarebbe quello di monitorare e disarticolare qualsiasi movimento sociale di resistenza, inclusi scioperi, licenziamenti, cortei ed altri conflitti. Per questo si può affermare che Peña è passato ad essere “giudicante e accusatore” allo stesso tempo.

Oggi, a più di 8 mesi di sequestro da parte dello stato, noi stiamo effettuando uno sciopero della fame a tempo indeterminato, sciopero iniziato il 21 febbraio. Due sono le rivendicazioni principali: libertà immediata per gli imputati di questo mal chiamato “caso bombas”e l’abrogazione della ley antiterrorista. Fino ad ora abbiamo contato sul generoso e cosciente supporto di diverse espressioni solidali, sia individuali che organizzate, che s’è tradotto in presidi, forum, dibattiti, diverse e molteplici iniziative, tutte quante espressioni concrete del necessario mutuo appoggio tra sfruttati ed emarginati, appoggio senza il quale non avrebbe senso questa mobilitazione.

Oggi, il nostro più completo ripudio della ley antiterrorista, delle sue implicazioni e conseguenze, si manifesta anche in una specifica modifica di alcuni dei suoi aspetti più odiosi e repressivi, come la figura dei “testimoni protetti” e la richiesta del voto unanime per ottenere la liberazione da parte della corte d’appello, come richiesto dall’articolo 7 comma 19 della costituzione politica cilena.

Per questo lanciamo un appello a che ci si pronunzi in relazione all’urgenza con la quale il ministero degli Interni ritiri le sue denunce per l’applicazione della ley antiterrorista in questo caso, visto anche lo spettacolo di aggiustamenti e connivenze, che ha svelato recentemente l’impresentabile trasferimento del p.m. Peña proprio nell’ufficio di tale ministero che si occupa di monitorare il conflitto sociale. Come corollario, ne vengono premiate le manipolazioni, piuttosto discutibili sia eticamente che professionalmente. Ed è così che la trama della montatura “caso bombas” diviene chiara ed evidente.

Ci sembra doveroso far presenti le irregolarità, i vizi e gli errori del processo giudiziario al quale siamo sottoposti, il tutto nel contesto di una denuncia in merito presso la Corte Interamericana de Derechos Humanos; mettendo in rilievo i legittimi dubbi e la messa in discussione sulla necessaria imparzialità processuale che si presume garantisca un giusto processo.

Consideriamo anche importate realizzare tutte le doverose gestione in modo da stabilire una concreta istanza che permetta che le nostre richieste siano conosciute e dibattute da tutti gli attori che si vedono implicati, viste le specifiche caratteristiche di questo processo penale. Per questo tutti quelli che possono contribuire alla realizzazione di questo fine, sono chiamati a farlo.

Infine, esigiamo la fine delle permanenti molestie da parte della gendarmeria cilena verso gli imputati di questo mal chiamato “caso bombas”, che si traducono nella impossibilità di comunicare tra noi che siamo reclusi in piani diversi di uno stesso modulo, all’interno del CAS. Adesso, che ciascuno faccia il suo, qualsiasi apporto solidale è benvenuto.

Informiamo che se le nostre richieste non dovessero esser ascoltate, a partire dal 27 aprile radicalizzeremo la nostra mobilitazione adottando le misure che stimeremo necessarie.

IN CILE NON C’E’ TERRORISMO!!

FINE ALLA LEY ANTITERRORISTA !!

FINO A CHE NON CROLLI LA MONTATURA REPRESSIVA GIURIDICO_POLIZIESCA!!

¡¡PRES@S A LA CALLE !!

Andrea Urzúa

Mónica Caballero

Rodolfo Retamales

Felipe Guerra

Camilo Perez

Carlos Riveros

Omar Hermosilla

Vinicio Aguilera

Francisco Solar

Pablo Morales

2011-04-20

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Compagn* sequestrati radicalizzano lo sciopero della fame

Oggi 19 aprile, i prigionieri della montatura politica “Caso Bombas” giunti al 58esimo giorno di mobilizzazione hanno deciso di RADICALIZZARE lo SCIOPERO DELLA FAME, escludendo dalla propria dieta tutti i tipi di liquidi e sali idratanti a eccezione dell’acqua, fino al compimento della loro richiesta:

– libertà immediata
– No al processo attraverso la Legge Antiterrorista (n.d.t. – eredità della dittatura di Pinochet)
– Cambio delle misure cautelari per i compagni (fine della prigione preventiva)
– Fine della legge antiterrorista con i suoi testimoni “Senza Volto” (testimoni anonimi e non attendibili)
– Fine dell’articolo 7 inciso 18 della Costituzione (voto unanime per ottenere la libertà condizionale)
– Rivendicazione dei diritti carcerari

All’interno della stessa hanno precisato e esatto:

– Presentazione di un Progetto di Modifica alla legge Antiterrorista 18.340 che influisca direttamente sul loro processo e che includa i seguenti punti:
* fine dei testimoni coperti
* modifica dell’art. 7 Inciso 19 della Costituzione riferita al voto unanime della Corte d’Appello per conseguir il cambio delle misure cautelari dalla prigione preventiva alla libertà condizionale
* Capacità di triplicare le pene

Allo stesso tempo esigono la presenza immediata dell’arcivescovo di Santiago Ricardo Ezzati nelle carceri dove si trovano sequestrati, la creazione di un tavolo di lavoro per la modifica della legge Antiterrorista che dia risultati entro il 27 aprile, giorno nel quale, se non si dovesse arrivare a un accordo, si intraprenderebbe uno SCIOPERO DELLA FAME SECCO (senz’acqua)

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