Rivendicazione delle barricate e dell’attacco alla Polizia fuori l’Università de Chile [Santiago]

[comunicato originale qui]

AFFILANDO I CANINI PER CONFICCARLI NELLE GOLE DEI NOSTRI NEMICI

Martedi 17 maggio, una decina di compagn* circa con i nostri volti coperti, abbiamo deciso di attaccare le forza speciali con un’azione. Alla una del pomeriggio ci siamo presi l’ingresso della facoltà di filosofia dell’università del Cile (che sta in Avenida Grecia), abbiamo alzato barricate e preparato bombe molotov per attaccare la polizia.

Quando sono arrivati gli agenti repressori dello Stato, sono stati ricevuti a bottigliate, bombe di vernice e molotov.

Gli scontri sono durati circa mezz’ora, senza che nessun compagno sia risultato ferito, o peggio catturato dai cani da guardia del potere.

Senza dubbio vale distaccare alcuni fatti successi durante l’azione.
Mentre il ministro dell’Interno Hinzpeter comunicava che le bombe lacrimogene non sarebbero state usate dai Carabineros, proprio queste furono le armi della polizia in quell’istante (usate abbastanza brutalmente vale la pena sottolineare)[1]

Inoltre non si limitarono all’uso di lacrimogeni, guanacos con acqua e gas, bensì un Carabinero, che transitava sul posto, ha sfoderato la sua arma di servizio e minacciato di morte un par di compagni, senza che però la situazione degenerasse.
Nel momento dell’azione poi, è passata una pattuglia della PDI [2] che è stata attaccata dai compagni con molotov, provocando la reazione dei poliziotti che hanno tirato fuori i propri mitragliatori UZI, per poi andarsene. In tutte e due le occasioni la polizia ha cercato di intimidirci con le sue armi, senza dubbio i compagni non hanno retrocesso e hanno continuato l’azione.

La nostra ritirata è da imputare alla fine del nostro materiale per attaccare e non alla brutale azione della polizia.

Quest’azione vogliamo dedicarla ai nostri compagni del “Caso Bomba” i quali fortunatamente hanno abbandonato il carcere e si trovano agli arresti domiciliari, comunque non abbassiamo la guardia e tifiamo per la diffusione di azioni che siano collettive o individuali in solidarietà con loro, visto che il giudizio non termina.

Vogliamo anche solidarizzare con i prigionieri politici di Asuncion [3] che sono in sciopero della fame.
Mandiamo forza anche a Silvia, Costa, Billy y Marco Camenish, che sono in sciopero della fame fino al 28 di questo mese, ai compagni incarcerati in Grecia, ai nostri fratelli verdenero che sono imprigionati come pure ai clandestini e a chi continua attaccando.

Allo stesso modo dichiariamo che quest’azione è in solidarietà con i nostri compagni che si trovano clandestini, Diego Rios e Gabriela Curilem. Quelli che non desiderano consegnarsi all'(in)giustizia dello Stato, e conoscendo costi fisici e emozionali si sono dati alla fuga, silenziare la loro latitanza sarebbe un atto di codardia, slealtà, oltre che un passo indietro rispetto alla posizione nella guerra sociale.

Rispetto al tema di Hidroaysen [4], annunciamo il nostro pieno rifiuto, che estendiamo a tutte le organizzazioni riformiste, che pretendono di difendere la terra, quando non sono nient’altro che regolatrici della sua distruzione.

La nostra azione si sviluppa anche all’interno dell’anniversario della sfortunata morte del nostro fratello Mauricio Morales, prodotto della sfortunata esplosione del suo artefatto esplosivo. A due anni dalla tua morte, non sei dimenticato, chi ha il fuoco nella testa e nel cuore, il pugnale in mano non idealizza la tua morte come eroica, o martirio, solo sei stato un fratello in più, e per questo uno uguale a noi, che intraprese la offensiva.

Morte al piattaformismo!
Che la montatura “caso bombas”, cada sotto il suo proprio peso!
Liberta a tutti i prigionieri politici del mondo!
Fuoco alla società carceraria!
Mauri guerriero, mai martire, presente in ogni azione insurrezionale!
Per la completa distruzione della civilizzazione e la liberazione animale e della terra!

Anonomi in guerra contro la società carceraria

[1] In seguito alle manifestazioni massive verificatesi nella capitale del Cile, contro il progetto ecocida di Enel (megadighe in Patagonia, in proposito la nota [4]) violentemente represse, alcuni giornali internazionali che seguivano il caso hanno denunciato l’uso dei gas lacrimogeni da parte dei Carabineros cileni. Secondo vecchie indagini e precedenti dossier è ampiamente dimostrata la nocività dei gas usati dal governo cileno, ma mai il caso aveva superato i confini nazionali costringendo il ministro dell’interno di turno a pronunciarsi in merito. Hinzpeter, dopo l’esplosione mediatica del caso ha promesso che le forze speciali (agenti antisommossa) non avrebbero usato i gas fino alla pubblicazione di apposite investigazioni scientifiche che ne chiarissero definitivamente gli effetti nocivi. Proprio nello stesso momento gli sbirri ne facevano largo uso come descritto nel comunicato.

[2] Policia de Investigacion

[3] http://14presospoliticos.blogspot.com/

[4] http://culmine.noblogs.org/post/2011/05/16/cile-proteste-contro-il-progetto-ecocida-dellenel-endesa/

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